The Big Game Theory: i 30 anni di Mind Walkers

di Gabriele Piga 16/01/2016 SCIENZA E TECNOLOGIA
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Oggi vi parliamo di un altro gioco che ha spegne 30 candeline questo mese, un gioco particolare quanto emblematico degli anni ottanta, ma sopratutto di una difficoltà che ci faceva mettere in posizione fetale e piangere in un angolo.

Oggi si parla di Mind Walkers un progetto di Bill Williams, che già anni prima aveva partecipato a  "Necromancer" and "Alley Cat".

Il game in questione presenta un platform psichedelico dove il protagonista, che ha perso letteralmente la testa e senza ricorrere a terapie o farmaci, manda il suo ego a sistemare le cose.

Inizia così forse uno dei "trip" videoludici di sempre con il nostro personaggio che salta da una piattaforma all'altra con la possibilità di essere trasformato in un mago piuttosto che in un insetto alieno ognuno con peculiarità che andranno sfruttate in una parte specifica del gioco.

Per rendere il gioco più piccante ovviamente mostri sferici cercano di fulminarci, fortunatamente possiamo rispondere al fuoco, mentre ci barcameniamo tra una piattaforma sospesa e l'altra.

Superata la parte platform in 3D pure se embrionale ancora, veniamo catapultati nella parte a scorrimento dove in un virtuale viaggio al centro dei neuroni quasi penetriamo nelle parti più recondite fino alla successiva zona del gioco, se si risolvere un puzzle game si recupera un po' di sanità mentale.

La grafica anche se risulta semplice è molto efficace, così insieme alla colonna sonora cui ha collaborato sempre lo stesso Williams si fondono alla perfezione per riportarci negli anni ottanta.


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